"Sara' un segno che la crisi globale si va stabilizzando se l'Italia torna a riflettere sulle proprie paure nazionali di declino. Il crac dei mercati aveva interrotto il discorso, ma ora le e'lite del Paese tornano a guardarsi allo specchio e a chiedersi se per caso l'autocritica, la ricerca di modelli e anche gli schieramenti interni non siano da rivedere". Lo riporta il CORRIERE DELLA SERA. Che scrive: "Un'occasione per parlarne e' arrivata al dibattito, organizzato dalla Fondazione 'Corriere della Sera', del volume di Guido Tabellini sull'Italia in gabbia: il volto politico della crisi economica '. Dato che e' una raccolta di scritti degli ultimi dieci anni, chiama in causa argomenti passati e presenti di Giulio Tremonti. E il ministro dell'Economia non si e' sottratto al confronto con il rettore della Bocconi. 'Sulla concorrenza e il mercato una riflessione la dobbiamo fare - ha attaccato - . Le verita' istantanee che massimizzano l'efficienza contano meno della visione storica '. Su questa base, Tremonti trova che la crisi riscatti l'Italia in quelle che molti economisti consideravano debolezze. 'Si diceva che i Paesi che hanno fatto le riforme crescono di piu', ma non credo che ora britannici o irlandesi si considerino un modello '. Al contrario, per Tremonti l'Italia dei 4 milioni di partite Iva, degli 8 mila comuni, del basso debito privato sovvertira' le classifiche pre-crisi: 'Siamo abbastanza forti'. Resterebbero i conti da fare con i milioni di giovani incagliati nel precariato o espulsi, senza ammortizzatori, da un mondo del lavoro che tutela solo alcuni. L'obiezione e' del vicedirettore del 'Corriere' Dario Di Vico, che osserva: 'Il consenso non e' fine a se stesso, deve servire a fare riforme'. Anche Tabellini risponde: 'In passato abbiamo fatto male e dobbiamo saperlo. Ora piu' concorrenza dell'istruzione, nel commercio o nella logistica favorirebbe la crescita'. Ce n'e' abbastanza perche' Tremonti replichi rivendicando il programma di governo: c'e' la riforma della pubblica amministrazione ('perche' il ministro Brunetta ai congressi si commuove ma al telefono si arrabbia '), il federalismo fiscale, il nucleare, la scuola e un consenso che serve perche' 'rende solido il governo'. Corrado Passera di Intesa Sanpaolo trova che le riforme siano fattibili ma l'Italia tiene bene nella crisi perche' ha difeso 'un'economia diversificata fra servizi, turismo, industria, agricoltura '. Anche le banche 'hanno qualche merito - rivendica Passera - e i Tremonti bond sono un'ottima cosa'.
Sulla stessa lunghezza d'onda Marco Tronchetti Provera di Pirelli: 'L'Italia sa costruire consenso attorno alle riforme - dice - . Nel tessuto del Paese c'e' la chimica per uscire dalla crisi meglio di come ci siamo entrati'".(fonte Velino)
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